lunedì 4 giugno 2007

Una domenica da capozero

Si replica. Renato è ancora mattatore all’Olimpico. Lo spettacolo continua, e con esso le sorprese e le emozioni per il popolo dello stadio.
Nella prima domenica di giugno nella capitale non si assiste ad un mero specchio del giorno prima.
Da artista navigato, il cantautore romano conosce bene la ricetta per suscitare brividi nel suo pubblico.
Dopo l’estenuante attesa dei sorcini, bagnata da un cielo capitolino anche lui commosso dopo un sabato sera renatino, comincia lo show.
Il sipario è lo stesso della serata precedente. Ma i fan di Renato, si sa, non si saziano a vederlo solo una volta. Anche loro tornano, quando si ripete il loro beniamino. E questo Renato lo sa benissimo. E allora lui riesce ad accontentare sia chi fa il bis, sia chi assapora l’Mp Zero tour per la prima volta.
L’ordine della scaletta è sempre lo stesso. Anche gli interventi richiamano un po’ gli argomenti del giorno prima. E proprio su un tema di cui aveva parlato sabato lui oggi (ieri ndA) sembra aver trovato un’ancora salda. Aveva tirato in ballo il discorso della romanità, e di come essa si stesse perdendo con l’influsso anche degli stranieri. E non è la prima volta che riguardo Roma si porta questa questione sotto i riflettori questa questione. Addirittura a mezzo stampa, in occasione del Family Day, si riportava che dopo Alberto Sordi, l’unico romano de Roma è rimasto il senatore a vita Giulio Andreotti. Per Renato un uomo della capitale doc, è uno che, come lui «riesce a suscitare emozioni verso chi ha di fronte: Gigi Proietti». E a sorpresa, ecco apparire, al grido di “Gigi, Gigi”, l’attore sul palcoscenico. Proietti non manca di tirar fuori dal suo repertorio, su proposta di Renato, la barzelletta del cavaliere bianco e del cavaliere nero. Eppure a guardar bene, una linea di continuità tra Renato Zero ed il cavaliere bianco e il cavaliere nero c’è. Basta guardare la copertina dell’album Artide e Antartide per notare la convivenza di questi colori agli antipodi nella stessa immagine.
Ma Gigi, oltre a recitare il suo ruolo di comico, in una serata di festa per la musica, non rinuncia anche lui a cantare una serenata romana. E alla fine applausi e saluti e ringraziamenti di Renato. Dopodichè, tutti nuotano nelle note di Spiagge.
E dopo Sesso o esse e la chiamata in causa della band, riecco Gino Paoli di nuovo con la canzone Magari. Renato, prima dell’esecuzione, saluta l’amico dicendo: «per me è come aver vinto alla lotteria, un grande onore che un veterano della musica leggera come Gino Paoli interpreti una mia canzone».
Lo show prosegue, fino all’annunciato finale con Il cielo. E dopo un sentito e urlato “Vi amooooo……” rivolto ai presenti, i saluti finali, con la colonna sonora del suo motivo trentennale. «Non cambiate mai» - dice al suo pubblico dopo l’esplosione finale della sua canzone. Ed i sorcini sono alle stelle. In conclusione, accompagnato sempre dalla musica: «Ogni volta che organizzo un tour cerco sempre di esprimere il meglio. Allora ogni cosa che faccio, dalla scelta dei miei accompagnatori musicali, alla scenografie, alle canzoni, mi fa sempre venire molti dubbi». E quindi domanda, abbassando la voce e quasi con un sorriso timido da scolaro che cerca l’approvazione del suo elaborato da parte della maestra, chiede al pubblico: «A voi è piaciuto?». E si alza un coro: «Sìììììììììì». Poi il sorriso assume un’angolazione da 360 gradi e come una dinamite di entusiasmo: «Non dimenticatemi, eh!». Di nuovo un boato si eleva verso il cielo dello stadio Olimpico. L’orologione segna mezzanotte e venticinque. Stavolta lo spettacolo è durato un po’ di più , complici anche le performances di Proietti. Ma nessuno è scontento. Dopo le foto ricordo sullo sfondo del palco, i fan lasciano l’Olimpico, spinti anche dagli addetti ai lavori, che devono delimitare la zona antistante al palcoscenico.
Le canzoni sono terminate. Lo spettacolo è finito. Le luci si sono spente. Lo stadio si è svuotato. E poi ai partecipanti non è rimasto nulla. Ma solo Zero.
Pasquale Geusa

1 commento:

Laura Maffei ha detto...

Io c'ero sabato... ed anche lì è stata poesia, musica e zerofollia! un sogno...